DATI TECNICI:
Anno: 2012
Paese di Produzione: Giappone
Genere: Gangster
Regia: Takeshi Kitano
Intepreti Principali:
Takeshi Kitano: Otomo
Tomokazu Miura: Kato
Ryo Kase: Ishihara
Hideo Nakano: Kimura
Fumiyo Kohimata: Kataoka
Shigeru Koyama: Fuse
Yutaka Matsushige: Shigeta
RECENSIONE (contiene spoiler):
Secondo capitolo della trilogia “Outrage” (il terzo ancora in uscita), “Outrage Beyond” è un sequel e come tale riprende personaggi e trama del film precedente.
L’inganno e l’omicidio con cui il consigliere Kato era salito al potere verranno qui progressivamente a galla. In tal modo la vendetta di Otomo, lo yakuza vecchio stampo interpretato da Kitano, avrà lentamente luogo.
Come l’episodio precedente “Outrage Beyond” si contraddistingue per lo stile asciutto e freddo, con la differenza che in questo film è presente un’attenzione maggiore per i dialoghi e la trama, la quale viene imbastita nella prima mezz’ora per poi esplodere successivamente.
Rispetto alla fredda anarchia di “Outrage” qua Kitano cura maggiormente i personaggi, rivelando appieno la personalità di Otomo. Mentre nel film precedente in fondo non era altro che uno sgherro fedele ai vecchi principi, qua Otomo condensa i tratti tipici dell’anti-eroe, essendo restio al conflitto e disilluso nei confronti della vita come della morte.
Il gangster verrà rimesso in gioco e proiettato verso la vendetta suo malgrado dal viscido detective Kataoka che, allo scopo di distruggere il clan Sanno che stava diventando troppo potente anche rispetto alla polizia corrotta, non esita a fare scarcerare Otomo per architettare una nuova guerra tra bande yakuza.
Così, in “Outrage Beyond” tornano a vedere la luce, seppur timidamente, i temi principali del cinema di Kitano: la prefigurazione della morte, l’ironia distaccata nei confronti dell’azione, il senso dell’amicizia (poiché Kataoka farà alleare Otomo con il suo vecchio rivale Kimura, e tra i due vecchi uomini d’onore nascerà una sorprendente complicità) e lo sguardo disincantato e affettuoso sulla gioventù sbandata (l’episodio del bowling e dei due giovani sgherri di Kimura, stile “Boiling Point”).
Kitano consolida i suoi personaggi e ci lascia l’affresco di una trilogia yakuza con cui ha saputo conquistare il grande pubblico: il film termina bruscamente ed imprevedibilmente lasciandoci in attesa del sequel successivo.